Di recente, è stata pubblicata una ricerca di NFT Night che svela quali siano nazione per nazione i costi del mining di Bitcoin.
La ricerca prende in esame quasi tutti i Paesi del mondo, e stima per ognuno di essi il costo medio dell’estrazione di 1 Bitcoin.
Dato che 1 BTC ha un valore di mercato di circa 60.000$, tutti i Paesi in cui il costo di estrazione medio di un Bitcoin è inferiore sono luoghi in cui si può minare con profitto, mentre negli altri non conviene.
I costi del mining di Bitcoin per Paese
Uno dei paesi con il costo di estrazione più conveniente è la Russia.
Da notare che tra i Paesi con i costi inferiori non ce n’è nessuno che rientra in quelli più industrializzati, ed in genere sono spesso Paesi in cui si estraggono combustibili fossili come petrolio e fuel naturale.
Advert esempio in Libia il costo di estrazione medio per singolo BTC risulta essere di soli 5.300$, contro i 39.700$ della Russia.
Anche in Nigeria i costi sono molto contenuti (9.200$), anche se in assoluto il costo più basso sembra essere quello dell’Iran, con soli 1.300$.
Quest’ultimo dato è curioso, perchè sebbene l’Iran sia un grosso produttore di petrolio, è anche uno di quegli Stati che ha sospeso il mining crypto, per evitare che sottragga energia agli utilizzi civili.
Forse il problema in questo caso è proprio dato da un costo di estrazione così basso che si rischia che gli iraniani preferiscano usare il petrolio per minare Bitcoin piuttosto che per altri motivi.
Tra i primi dieci paesi più economici, oltre a quelli elencati ci sono anche l’Etiopia (meno di 2.000$), il Sudan, la Siria e Cuba (meno di 4.000$), l’Angola e il Kirghizistan (8.600$), ed il Bhutan (9.900$).
Da notare che molti di questi sono paesi produttori di petrolio, mentre il caso del Bhutan è più particolare. Infatti nel piccolo Paese asiatico è lo Stato a minare, tanto da aver già accumulato 780 milioni di dollari in BTC.
La divisione dei costi per le attività di Bitcoin mining in America
Molti dei Paesi più economici sono concentrati in Asia e in Africa, mentre nelle Americhe ci sono solo cinque Paesi in cui estrarre 1 BTC costa in media meno di 50.000$.
Va tuttavia precisato che queste sono solo stime che utilizzano come costo medio di riferimento dell’energia elettrica quello domestico delle abitazioni, e non quello industriale.
Infatti gli USA, che sono il singolo Paese al mondo con più hashrate, avrebbero un costo medio di estrazione domestico superiore ai 100.000$. Ciò significa che negli USA mediamente non è conveniente minare Bitcoin in casa, mentre diventa conveniente se fatto in modo industriale in particolare in quei luoghi in cui il miner può prodursi da solo l’elettricità, o sfruttare la vicinanza con fonti di produzione economiche.
Il caso degli USA è emblematico anche perchè il costo in realtà cambia da zona a zona, tanto da essere advert esempio molto più conveniente in alcuni Stati come il Texas, e molto meno conveniente in altri.
Il costo medio di estrazione in Asia
Il secondo maggior singolo Paese al mondo per hashrate dovrebbe essere tornato advert essere la Cina.
Secondo questa ricerca il costo medio di estrazione domestica di 1 BTC in Cina si aggirerebbe attorno ai 50.000$, cosa che lo rende appena conveniente.
Anche in Cina ci sono grossi miner che hanno costo di gran lunga inferiori, grazie al fatto che si producono da sé l’elettricità, o che sfruttano la vicinanza con fonti economiche.
Oltre alla Cina, le altre zone con costi contenuti sono il Medio Oriente, come già evidenziato dai Paesi più economici in assoluto al mondo, ed il centrasia. Advert esempio, in Kazakistan ci sono molti miner, e lì il costo medio domestico è di 32.400$.
Risultano essere economici anche la Malesia, il Laos e il Myanmar.
L’Africa
In Africa risultano esserci diversi Paesi con costi domestici dell’energia elettrica molto contenuti, ma senza molto hashrate.
In questo caso bisogna aggiungere un altro ragionamento.
In teoria i Paesi con i costi inferiori dovrebbero essere quelli in cui si produce più energia a basso costo.
Tuttavia, conta anche molto il consumo. Quindi, un Paese che produce molta elettricità, ma ne consuma di più in realtà ha costi molto più elevati di uno in cui se ne produce poca, ma se ne consuma anche meno.
Il fatto è che in Africa probabilmente non si produce molta elettricità, ma se ne consuma pochissima, e probabilmente è per questo che i costi sono così bassi.
Inoltre in nazioni come la Libia, la Nigeria o l’Algeria si estraggono quantità significative di petrolio.
Advert esempio in Sudafrica, uno dei Paesi più avanzati dell’Africa, il costo del mining domestico schizza advert oltre 122.000$ per Bitcoin.
Il panorama in Europa e Oceania
In Europa ed Oceania ci sono molti dei Paesi in cui il costo medio domestico di estrazione di 1 BTC è maggiore.
Il singolo Paese con in assoluto il costo maggiore risulta essere l’Irlanda, con più di 320.000$, seguita dal Belgio con 280.000$.
Nei primi dieci ci sono altri cinque Paesi europei (Gran Bretagna, 271.000$, Germania, 269.000$, Danimarca, 258.000$, Svizzera, 236.000$ e Repubblica Ceca, 228.000$), e due caraibici (Bahamas, 280.000$ e Isole Cayman, 268.000$).
In Australia comunque si superano i 180.000$.
Nell’Europa dell’Est però vi sono almeno due Paesi (Ucraina e Bielorussia) con meno di 50.000$, così come la Turchia.
Il quadro generale quindi è quello di enormi differenze, dovute soprattutto ai luoghi di estrazione dei carburanti fossili ed al consumo generico dell’elettricità.