Di recente various tensioni nell’ecosistema DeFi sono emerse a causa della strategia anti-Sybil adottata da LayerZero.
Finora, LayerZero ha individuato circa 800.000 indirizzi potenzialmente legati a pratiche Sybil, tuttavia, questo processo ha creato disaccordi tra alcuni membri della comunità. Vediamo di seguito tutti i dettagli.
LayerZero e la lotta contro i token farmer
Come anticipato, LayerZero, un protocollo per l’interoperabilità cross-chain, si prepara al suo primo airdrop di token, ma la sua strategia contro i token farmer sta generando disaccordi.
La principale preoccupazione riguarda la “strategia anti-Sybil” di LayzerZero. La quale mira a contrastare l’attività di Sybil, dove gruppi o individui creano più portafogli per qualificarsi più volte per gli airdrop dei token.
Tuttavia, questa azione è causa di controversie poiché il protocollo sembra stigmatizzare anche applicazioni legittime come Merkly, un’app decentralizzata (DApp) per il bridging cross-chain.
Nonostante LayerZero presenti Merkly come parte del proprio “ecosistema” di applicazioni, l’ha anche etichettata come “applicazione di Sybil farming”.
In un’intervista fatta a CC2, un prolifico agricoltore di airdrop e consulente di Merkly, egli ha espresso comprensione per le preoccupazioni di LayerZero ma ha anche evidenziato l’importanza di Merkly come strumento di valore aggiunto nel settore.
CC2 ha criticato la campagna di caccia alla Sybil condotta dal CEO di LayerZero, Bryan Pellegrino, mettendo in dubbio la sua necessità e suggerendo che potrebbe escludere agricoltori legittimi con pochi portafogli.
Questo solleva interrogativi sull’efficacia e l’equità della strategia anti-Sybil di LayerZero e sulle implicazioni per la comunità DeFi nel suo insieme.
La caccia alla Sybil di LayerZero: divisiva o necessaria?
Anche se la caccia alla Sybil di LayerZero ha suscitato disagio in alcuni, ha ricevuto elogi da altri membri della comunità.
Bryan Pellegrino ha enfatizzato che questa azione è progettata per garantire che i token airdrop vengano inviati agli utenti autentici, sottolineando che per LayerZero “gli utenti sono al primo posto.”
La piattaforma si riferisce a questi utenti come “utenti durevoli”, poiché si prevede che continueranno a utilizzare la piattaforma anche dopo la conclusione dell’airdrop.
Inoltre, la caccia alla Sybil di LayerZero potrebbe avere un impatto positivo nel settore, specialmente tra coloro che detengono risorse finanziarie significative.
George McDonaugh, co-fondatore e co-amministratore delegato di KR1, ha sottolineato l’interesse delle società di enterprise capital nel modo in cui i protocolli distribuiscono i token alle loro comunità.
Secondo McDonaugh, i migliori airdrop sono quelli che mirano a distribuire effettivamente i token per formare una comunità, piuttosto che generare coinvolgimento temporaneo.
Ha anche notato che l’intento di fermare gli attacchi Sybil è importante per evitare la distribuzione errata di token.
Riflessioni su protocolli e identità
Le sfide di LayerZero nell’individuare le farm Sybil senza alienare parti significative della sua comunità mettono in evidenza una tensione persistente tra protocolli e utenti.
Una possibile soluzione, suggerita da Titus Capilnean, vicepresidente del go-to-market presso il servizio di identificazione digitale Civic, potrebbe essere l’introduzione di controlli di vitalità.
Questo eliminerebbe dubbi sull’unicità di ciascun utente, richiedendo loro di inviare un semplice feed video per confermare la propria identità. Utilizzando poi le strategie crypto per confrontare la mappa facciale con un database esistente.
Tuttavia, Capilnean riconosce che l’implementazione di controlli di identità può suscitare preoccupazioni tra gli utenti, che spesso sono riluttanti a condividere informazioni personali o biometriche.
Ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra sicurezza e fruizione dell’utente.
Capilnean ha paragonato la situazione attuale della Sybil ai primi giorni di Web, quando gli inserzionisti affrontavano incertezze sulla genuinità dei clic pubblicitari.
Ha concluso sottolineando l’importanza di servizi di terze parti come Civic per garantire l’autenticità delle identità nel mondo digitale.