Tuesday, November 5, 2024

inevitabile l’ETF crypto su Solana

Durante una recente intervista, il responsabile della ricerca sugli asset digitali di VanEck, Matthew Sigel, ha affermato che l’approvazione di un ETF crypto su Solana negli USA sarebbe inevitabile.

A fine giugno proprio VanEck è stata uno dei gestori di ETF advert aver presentato alla SEC statunitense una richiesta formale per poter emettere un ETF su SL spot sulle borse USA. 

VanEck: il precedente in Brasile dell’ETF sulla crypto Solana

Il ragionamento di Sigel parte da ciò che è accaduto recentemente in Brasile.

Infatti pochi giorni fa l’equivalente brasiliana della SEC, la CVM, ha approvato il lancio sulle borse brasiliane di ETF su Solana spot, dopo aver approvato in passato anche quelli su Bitcoin ed Ethereum.

Sigel ha definito il Brasile un pioniere di lunga information negli asset digitali, tanto da aver advert esempio approvato con largo anticipo un ETF su BTC spot. 

Questa approvazione, secondo il responsabile della ricerca sugli asset digitali di VanEck, segnalerebbe che la controparte statunitense dovrebbe essere pronta a fare altrettanto. 

Tuttavia dalle sue parole emerge anche la possibile necessità, da parte del regolatore statunitense, di un intervento normativo, o comunque politico, per arrivare all’approvazione definitiva negli USA, ma con le elezioni presidenziali di novembre questa svolta potrebbe poi arrivare, secondo Sigel. 

Il prezzo di SOL

Da notare che il prezzo di SOL non ha reagito a questa notizia. 

SOL, la criptovaluta nativa di Solana, ha sì guadagnato il 2% nelle ultime 24 ore, ma in linea con il guadagno del prezzo di Bitcoin, e nettamente meno di BNB e ETH. 

Prendendo come riferimento il 2024, fino advert ora SOL è a +44%, contro il +40% di BTC ed il +66% di BNB. Ethereum fa peggio con un misero +16%, ma questo potrebbe essere dovuto a ragioni interne

Il fatto è che Solana da questo punto di vista è cresciuta soprattutto l’anno scorso, e quest’anno, dopo il picco di marzo, ha tirato un po’ i remi in barca. 

Oltretutto l’approvazione degli ETF non solo non è affatto scontata, ma visto ciò che è accaduto tra luglio ed agosto al prezzo di Ethereum, non è detto che l’effetto sarà positivo sul medio/breve periodo. 

Il backside del bear-market del 2022 per il prezzo di SOL è stato toccato a dicembre, quando scese sotto i 10$. 

A settembre del 2023 il prezzo period risalito a 19$, con un +100% che gli aveva permesso di recuperare parte di ciò che aveva perso con il fallimento di FTX a novembre dell’anno precedente. 

A partire da ottobre però si è innescato un rally che ha portato il prezzo di Solana sopra i 120$ prima della fine dell’anno, e poi nel 2024 addirittura a sfiorare i 200$. 

Dopo quel picco di marzo invece è iniziato un lungo periodo di lateralizzazione, ancora in corso, durante il quale il prezzo non ha fatto altro che oscillare all’interno di una fascia compresa tra 130$ e 180$, con uncommon e brevi eccezioni sopra e sotto. 

I prossimi ETF crypto

Dopo lo sbarco sulle borse USA degli ETF crypto su Bitcoin e Ethereum, in teoria i prossimi advert essere approvati dovrebbero essere proprio quelli su Solana. 

Escludendo per ovvie ragioni le stablecoin, sembra piuttosto improbabile che la SEC possa approvare a breve degli ETF su BNB, dati i problemi avuti da Binance con le autorità statunitensi. Prima o poi potrebbero essere approvati, ma occorrerà ancora presumibilmente un po’. 

I successivi invece potrebbero essere quelli su XRP, dato che due tribunali hanno sentenziato che non può essere considerata una safety, e visto che le pendenze legali di Ripple sono ormai concluse. 

Advert oggi però non risulta che nessun gestore di ETF abbia già sporto richiesta alla SEC per emettere un ETF su XRP spot sulle borse USA. 

Dati i problemi legali avuti nel corso degli anni da Telegram sempre con la SEC, riguardo il suo progetto crypto, per ora non sembra probabile un ETF su TON. Non sembra invece che ci sia interesse nei confronti di ETF su Dogecoin, Cardano, Tron ed Avalanche per il momento negli USA. 

VanEck: il problema con l’approvazione dell’ETF crypto su Solana

L’ostacolo principale al lancio di ETF crypto sui mercati tradizionali sono i costi. 

Nel caso dell’ETF su Bitcoin i costi sono stati ampiamente coperti dagli incassi, tanto che i gestori stanno facendo affari d’oro con questo prodotto derivato.

Già per quanto riguarda quello su Ethereum non è ancora ben chiaro se e quanto ci stiano guadagnando, ma sembrerebbe che i guadagni ci siano, sebbene inferiori rispetto a quelli per Bitcoin. 

Il fatto è che i costi di emissione e gestione di un ETF tendono advert essere un po’ sempre gli stessi, a prescindere dal successo del prodotto. Quindi se un ETF una volta lanciato sul mercato non produce sufficienti introiti per il suo gestore, questo rischia di andare in perdita. 

Tutto ciò disincentiva molto l’emissione di nuovi ETF crypto a bassa probabilità di successo, soprattutto negli USA dove i costi di emissione e gestione sembrano essere particolarmente elevati. 

Non stupisce pertanto che per ora, dopo Bitcoin e Ethereum, solo su Solana siano state presentate alla SEC richieste per l’emissione di ETF spot sulle borse USA. 

I volumi di scambio dicono che Bitcoin domina incontrastato tra le vere criptovalute, escluse quindi le stablecoin, seguito relativamente da vicino solo da Ethereum. Tutte le altre criptovalute hanno volumi di scambio ancora molto contenuti, con solo Solana che ne ha un po’ più delle altre. 

A questo punto pare poco probabile che qualcuno possa richiedere di emettere altri ETF crypto negli USA prima di vedere se effettivamente quelli su Solana si riveleranno un successo o meno. 

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