Nelle ultime 24 ore si sono verificati veri e propri file di liquidazioni di derivati crypto sul mercato dei future di Ethereum e Bitcoin.
Il prezzo ha iniziato a scendere sotto alcune soglie chiave, e questa discesa ha fatto scattare la liquidazione forzata di moltissime posizioni lengthy in leva.
Le liquidazioni sui future di Ethereum: l’attuale situazione dei derivati crypto
Stando ai dati di CoinGlass, nelle sole ultime 24 ore sono state liquidate posizioni lengthy su Ethereum per un ammontare totale che sfiora i 350 milioni di dollari.
Da notare che sul mercato dei future di Bitcoin sono stati meno di 370 milioni, quindi in proporzione alla capitalizzazione di mercato questa dinamica ha impattato di più su ETH che non su BTC.
Inoltre su un totale di 908 milioni di dollari di posizioni lengthy liquidate nell’intero mercato crypto, quindi quasi l’80% ha riguardato esclusivamente o ETH o BTC.
Sono state liquidate anche 160 milioni di dollari di posizion brief, a causa della volatilità.
Prendendo come riferimento gli trade, solo su Binance nel complesso sono state liquidate posizioni lengthy per 92 milioni di dollari, seguito da OKX con 72 milioni.
In totale sono state registrate liquidazioni per oltre 1 miliardo di dollari, con oltre 275.000 dealer liquidati.
Da questo quadro emerge chiaramente che Ethereum sia stata la criptovaluta maggiormente influenzata da story dinamica.
Ethereum vs. Bitcoin
Infatti il prezzo di ETH in BTC (ovvero il rapporto di prezzo tra Ethereum e Bitcoin) è decisamente sceso.
Venerdì mattina, prima che iniziasse il crollo, un ETH valeva circa 0,049 BTC.
Già nel pomeriggio di venerdì però questo rapporto period sceso sotto gli 0,048, ma il vero e proprio crollo è iniziato domenica pomeriggio.
Nelle ultime 24 ore il prezzo di Ethereum in Bitcoin è passato da 0,048 BTC a 0,044 BTC, ma con un picco minimo stanotte sotto gli 0,042 BTC.
Sono valori che non si vedevano addirittura da aprile 2021, quando terminò la prima fase dell’ultima grande bullrun di Bitcoin e iniziò una breve altseason.
Anche la dominance di Bitcoin è salita ai massimi da aprile 2021, ovvero sopra il 58%, per poi assestarsi poco sopra il 57%.
Bitcoin pertanto è in sofferenza, ma lo sono decisamente di più Ethereum e le altcoin in generale, anche se alcune stanno perdendo meno di BTC (ma sono eccezioni).
Il mercato dei derivati crypto: le liquidazione sui future Ethereum e Bitcoin
Il mercato dei derivati crypto tende ad essere dominato dalla speculazione a breve termine.
Le posizioni lengthy e brief in leva sui future sono per definizione posizioni di breve periodo, proprio perchè la levale rende più facilmente liquidabili.
Quando le perdite di una posizione in leva si avvicinano all’ammontare del capitale investito vengono liquidate in automatico in modo da non generare saldi negativi.
La leva consente, prendendo in prestito dei fondi, di ottenere guadagni maggiori in caso in cui il commerce risulti positivo, ma aumentano anche il rischio che la posizione venga liquidata, con la perdita di tutto il capitale investito sulla posizione aperta, in caso di movimenti repentini e contrari.
Oltretutto quando iniziano a scattare molte liquidazioni story fenomeno si autoalimenta.
Ad esempio ieri probabilmente le liquidazioni forzate di posizioni lengthy in leva si sono impennate quando il prezzo di Bitcoin è sceso sotto i 60.000$, anche se in un primo momento non si è innescata la reazione a catena.
Story reazione a catena si è invece innescata sia quando è sceso sotto i 58.000$, sia quando è sceso sotto i 53.000$, con le liquidazione forzate in massa che hanno costretto gli trade a vendere automaticamente BTC causando un’ulteriore discesa del prezzo ed ulteriori liquidazioni.
La reazione a catena però sembra essersi conclusa quando il prezzo di Bitcoin è sceso sotto i 50.000$, tanto che dopo è rimbalzato.
Le trigger
Sono stati due i fattori che hanno scatenato il panico sui mercati crypto tra venerdì e stanotte.
Il primo, e probabilmente il più importante, è il rischio di un’escalation militare in Medio Oriente, con l’Iran che pare voglia attaccare direttamente Israele.
Il secondo, in atto però da diversi giorni, è l’incremento del rischio recessione negli USA, dopo che a effective luglio la Fed non ha tagliato i tassi e sono usciti dati non buoni sul mercato del lavoro negli USA.
Questo secondo fattore però potrebbe scomparire a breve, perchè pare che la Fed stia valutando un intervento straordinario per tagliare i tassi prima del previsto (settembre).
Invece il problema in Medio Oriente permane, e sta creando panico anche sui mercati finanziari tradizionali, tanto che ad esempio la borsa di Tokyo ha fatto registrare la peggior seduta di sempre.
Tutto ciò però sembra strettamente legato al breve periodo, sia perchè la Fed potrebbe intervenire nel giro di poche settimane e tagliare i tassi, sia perchè l’attacco dell’Iran potrebbe anche essere veloce e solo parziale. La situazione però è in evoluzione, ed in questo momento è praticamente impossibile fare previsioni exact su come potrebbe realisticamente evolvere.